Tonsilloliti: come curarli
Cosa sono i tonsilloliti (calcoli tonsillari)
2ª edizione, Settembre 2012
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I tonsilloliti, detti anche calcoli tonsillari o pietre tonsillari, sono formazioni solide derivate dal caseum tonsillare, composto da globuli bianchi, batteri, cellule morte, muco, residui di cibo, il tutto inglobato in una calcificazione composta da vari minerali. Sono di colore bianco giallastro, dalla consistenza che varia dal molle e friabile al duro ed emanano un odore sgradevole causato dai gas solforati prodotti dai batteri al loro interno. Riguardano sia uomini che donne, si verificano più spesso nei giovani adulti con una lunga storia di tonsilliti ricorrenti e in generale sono asintomatici (Moura, 2007).
In una ricerca del 2008 (Rio, 2008) è stata analizzata la situazione di 49 soggetti con tonsillite caseosa divisi in due gruppi per verificare che effettivamente i tonsilloliti fossero causa diretta di alitosi. Dalle analisi con l'alitometro il gruppo A risultava avere un alito normale sebbene il 6% di essi avesse anche i tonsilloliti. Il gruppo B invece presentava un alito cattivo, con un valore di composti volatili solforati di ben cinque volte più alto rispetto al gruppo A che tradotto significa un alito cinque volte peggiore del primo gruppo, e ben il 75% di essi aveva i tonsilloliti. Si concluse che non solo i tonsilloliti sono una fonte certa di alitosi ma possono essere usati come segnale di avvertimento sulla cattiva qualità dell'alito.
La grandezza delle pietre tonsillari è generalmente di 1-3 millimetri ma possono raggiungere dimensioni anche maggiori. Non sono una grave malattia, si possono curare ma possono essere la spia di un'infezione passata o in corso, quelli piccoli si possono eliminare con vari metodi ed a quel punto, salvo nuove tonsilliti o ulteriori infezioni, tendono a formarsi sempre meno, fino a scomparire.
Chi soffre di alitosi causata da tonsilloliti, spesso se li ritrova sulla lingua, e, se non sa di soffrire di questo problema, spesso li scambia per residui di cibo, essendo del tutto simili per aspetto e consistenza a residui di pasta o noci masticate.
Alcuni indizi per capire che si tratti di un tonsillolite sono:
- Aver sofferto di tonsilliti frequenti, con tonsille che appaiono ingrossate, anche in assenza di infiammazione, a volte bucherellate in superficie e presenza di materiale bianco giallastro di varia consistenza in prossimità delle stesse. I tonsilloliti possono fuoriuscire anche dopo molto tempo, quando l'infiammazione è cessata e le tonsille sono ritornate alle loro dimensioni originarie;
- Sensazione di corpo estraneo in prossimità delle tonsille che una volta espulso assomigli ad un piccolo granello dalla consistenza semi dura e maleodorante;
- Cattivo odore (causato dai gas di solfuro d'idrogeno e metilmercaptano) che si sprigiona maggiormente quando il tonsillolite viene rotto tra le dita.
Di cosa sono fatti i tonsilloliti
Le analisi di laboratorio fatte sui tonsilloliti hanno stabilito che sono formati, oltre che dai batteri che causano l'alitosi, più da saliva e muco piuttosto che da residui di cibo. In particolare è emerso che i calcoli tonsillari sono composti principalmente da carbonati e/o fosfati di calcio, ma sono stati rilevati anche altri minerali come magnesio, sodio, silice, potassio, rame, alluminio, ferro, titanio, manganese, cromo, bario e radicali di ammoniaca, materiale proteico e batteri (Mesolella, 2004). Solo in rari casi i tonsilloliti raggiungono dimensioni considerevoli, nella maggior parte dei casi si tratta di formazioni di pochi millimetri di grandezza.
Nel 2009 una ricerca pubblicata sul periodico scientifico Otolaryngology-Head and Neck Surgery (Stoodley, 2009) ha dimostrato come i tonsilloliti non siano semplici ammassi di batteri misti a rifiuti organici, ma di veri e propri biofilm, cioè strutture complesse ed organizzate, formate da diversi tipi di batteri che traggono vantaggi reciproci dalla loro convivenza. Nella bocca troviamo altre colonie batteriche organizzate in biofilm, la placca dentaria ne è un esempio.Nei tonsilloliti sono presenti sia batteri aerobi che anaerobi (i primi vivono in presenza di ossigeno, i secondi proliferano solo in sua assenza). L'alitosi prodotta dai tonsilloliti altro non è che il risultato del rilascio di gas solforati prodotti dal metabolismo dei batteri anaerobi.
Al microscopio un tonsillolite appare come una struttura densamente popolata da batteri sovrapposti in strati. La forma affusolata di alcuni di essi ha indicato la possibile presenza del Fusobacterium nucleatum, un batterio anaerobo che produce composti volatili solforati, già noto come uno dei principali responsabili della formazione della placca dentaria, data la sua abbondanza e capacità di aggregarsi ad altre specie batteriche nella cavità orale (Kapatral, 2002 - Signat, 2011).
E' stato inoltre evidenziato come i batteri che colonizzano i tonsilloliti siano metabolicamente attivi e sovrapposti in strati che si sviluppano dall'interno verso l'esterno, ogni strato è popolato da una diversa specie batterica, in particolare gli strati esterni sono formati da batteri che consumano ossigeno, in questo modo le parti più interne ne risultano prive e diventano l'ambiente ideale per la proliferazione dei batteri anaerobi che nella fermentazione producono i gas responsabili dell'alitosi (Stoodley, 2009). Ecco perché il cattivo odore è più intenso se si schiaccia un tonsillolite tra le dita.
La struttura delle pietre tonsillari organizzata in biofilm conferisce a questi ammassi di batteri proprietà significativamente differenti dai batteri delle stesse specie che vagano liberamente, poiché l'ambiente protetto della pellicola che li avvolge conferisce loro proprietà nuove, purtroppo anche relativamente alla resistenza agli antibiotici che nella maggior parte dei casi non riescono a penetrare negli strati più profondi perché protetti dalla matrice extracellulare e dallo strato di cellule più esterne del tonsillolite.
Dove si formano
La figura (1) mostra una tonsilla, la figura (2) la sua sezione trasversale ingrandita. In pratica è stata fotografata una "fettina" di tonsilla dopo la sua asportazione ad un paziente, nella quale si vedono chiaramente delle fessure più o meno profonde chiamate cripte tonsillari, appaiono come piccoli tunnel (in bianco) che dalla superficie della tonsilla si estendono verso il suo interno. Alla destra del numero (2) è stato evidenziato il fondo di una delle cripte tonsillari in cui è possibile notare una piccola formazione marroncina al suo interno, ingrandita in figura (3), quello è un piccolo tonsillolite. Tonsilloliti di dimensioni così ridotte sono abbastanza comuni e nella maggioranza dei casi, se la cripta non è troppo profonda o se i tonsilloliti crescendo non si incastrano al suo interno, fuoriescono da soli, altrimenti bisogna rimuoverli per evitare la comparsa di alitosi. La figura (4) mostra un tonsillolite di pochi mm una volta rimosso.
Le tonsille criptiche prendono il loro nome da queste cripte tonsillari, che in alcune persone appaiono più numerose o profonde rispetto alla media. Le cripte tonsillari rappresentano la sede ideale in cui muco, batteri e cibo ristagnano formando così i tonsilloliti.
I tonsilloliti sono spesso nascosti all'interno di cripte tonsillari e non danno sintomi. Quando iniziano a provocare la sensazione di un corpo estraneo in gola vicino alle tonsille significa che i calcoli tonsillari si stanno ingrandendo o si stanno spostando nelle cripte, a causa della deglutizione o dei movimenti della lingua. Quando crescono, seguono la forma della cripta che li contiene rendendoli irregolari e spigolosi.
Se iniziano a spostarsi, le asperità della superficie dei calcoli tonsillari iniziano ad urtare contro le pareti delle cripte, rivelandone così la loro presenza. A seconda della posizione della cripta tonsillare, della profondità delle dimensioni del tonsillolite, sarà più o meno agevole la sua eliminazione che il più delle volte avviene spontaneamente, altre volte invece bisognerà usare qualche tecnica per aiutarne la rimozione ed evitare problemi di alitosi.
Cause dei tonsilloliti
Le cause dei tonsilloliti dipendono in parte da eventuali infezioni della bocca e delle prime vie aeree (con la conseguente produzione eccessiva di muco che dal naso scende lungo la gola), in parte dall'igiene orale. Spesso entrambe queste cause agiscono insieme rendendo la bocca l'ambiente ideale per i batteri anaerobi che decomponendo il denso muco causato da un'infezione o le proteine dei i residui di cibo e rilasciano quei gas ricchi di zolfo causa dell'alitosi.Data la loro alta correlazione con tonsilliti frequenti, si pensa che le ripetute infiammazioni producano fibrosi (cicatrici) all'apertura delle cripte tonsillari, qui poi gli scarti batterici e dei tessuti della bocca vi si accumulano e contribuiscono alla formazione dei tonsilloliti. Il loro indurimento avviene in un secondo momento, quando i sali minerali si depositano su di essi e ne determinano il graduale ingrandimento (Moura, 2007).
Come curare i tonsilloliti
Per curare i calcoli tonsillari bisogna impedire che si formino le condizioni ideali per la loro crescita. Quasi sempre bisogna intervenire su più fronti, imparando a conoscere e a prendersi cura della propria bocca in modo più efficace ma, come spiegato nel libro Alitosi, come curarla definitivamente, prestando attenzione anche a diversi altri sintomi a carico di naso e gola ed adottando abitudini alimentari che impediscano la formazione dei tonsilloliti una volta che siano stati rimossi.
All'interno del libro "Alitosi, come curarla definitivamente" trovi anche tutte le procedure e le foto per eseguire correttamente la rimozione dei tonsilloliti, anche nei casi più difficili, in cui i tonsilloliti siano all'interno di cripte tonsillari sul retro delle tonsille e perciò difficili da rimuovere. Vengono spiegate le cose da fare, quelle da evitare, tanti consigli utili e rimedi naturali per eliminare i tonsilloliti ed evitarne la ricomparsa.
Riferimenti
- Moura MDG, Madureira DF, Noman-Ferreira LC, Abdo EN, Aguiar EG, Freire ARS. Tonsillolith: A report of three clinical cases. Med Oral Patol Oral Cir Bucal 2007;12:E130-3;
- Mesolella M, Cimmino M, Di Martino M, Criscuoli G, Albanese L, Galli V Tonsillolith. Case report and review of the literature. Acta Otorhinolaryngol Ital. 2004 Oct;24(5):302-7;
- Stoodley P et al. Tonsillolith: not just a stone but a living biofilm. Otolaryngology - Head and Neck Surgery 2009; 141:316-321;
- Kapatral V, et al. (2002). Genome sequence and analysis of the oral bacterium 'Fusobacterium nucleatum' strain ATCC 25586. J Bacteriol 184 (7): 2005-2018. doi:10.1128/JB.184.7.2005-2018.2002. PMC 134920. PMID 11889109;
- Signat B, et al. (2011). Fusobacterium nucleatum in Periodontal Health and Disease. Curr Iss Mol Biol 13 (2): 25-36;
- Anderson GG, O'Toole GA. (2008). Innate and induced resistance mechanisms of bacterial biofilms. Bacterial Biofilms (ed. Romeo T.), 85-105. Springer,Heidelberg;
- www.lalitosi.com. Alitosi, come curarla definitivamente. Guida completa - Seconda edizione, Settembre 2012.